“Provaci ancora, Sam!” di Herbert Ross, 1972

“Il timore della separazione è un interessante fenomeno psicologico. Una volta, da sposato, dovetti partire per Washington e, benché fossi io che partivo, mi sentii male. Quando tornai, invece, diede di stomaco mia moglie.”  -Sam

Con questo film vorrei cominciare un nuovo filone tutto dedicato al cinema del grande Woody Allen, quindi ogni venerdì il mio obiettivo sarebbe quello di pubblicare un articolo – recensione riguardante una delle sue pellicole. Mi auguro che possa sembrarvi un’idea carina! Ma bando alle ciance; cominciamo!

Trama

Questo è Sam. Un critico cinematografico che è stato appena abbandonato dalla moglie e si sente depresso (più del solito) e sfortunato in amore. I suoi amici di sempre Dick e Linda Christie, che sono anche marito e moglie, cercano di stargli vicino e di aiutarlo il più possibile, organizzando per lui appuntamenti con ragazze che conoscono: amiche di Linda, colleghe di lavoro di Dick. Inutile dire che tutti gli incontri prendono pieghe comiche e tremendamente imbarazzanti e che le ragazze che Sam approccia non ne vogliono proprio sapere. Ad un certo punto scatta qualcosa in lui; da fan sfegatato di Humphrey Bogart, decide di cominciare ad atteggiarsi come lui, diventando una caricatura di se stesso. Si accorge così, tra un pasticcio e l’altro, di amare una donna. Una donna che è sempre stata presente ma che non aveva mai considerato in senso amoroso. Riuscirà a conquistarla o la “nuvoletta nera” di Fantozzi continuerà a perseguitarlo?

Casablanca

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Questa pellicola datata 1942 per la regia di Michael Curtiz è co-protagonista nella vicenda narrata. Infatti già dalle prime scene troviamo Sam contemplare il suddetto film al cinema, senza proferire parola. Lo spettatore è invitato ad ascoltare e vedere tutte le scene finali di “Casablanca”, come fosse seduto sulla poltrona vicina a Woody Allen. Allen che qui, simbolicamente, dimostra ammirazione e rispetto per la pellicola degli anni 40, concetto rafforzato anche dall’espressione sul suo viso, occhi attenti e bocca spalancata in adorazione. Nel corso della storia poi i riferimenti al prodotto di Curtiz sono molteplici, come per esempio nelle continue apparizioni del personaggio di Bogart ovvero Rick, che dispensa consigli su come conquistare le donne all’imbranato Sam. Anche nel finale il protagonista recita a memoria le battute pronunciate anni prima da Bogart, dicendo che aveva aspettato una vita per poter dire quelle parole nella realtà. Se analizziamo la scenografia, sembra una parodia di “Casablanca”, poiché troviamo in entrambi i film la nebbia, l’uomo in impermeabile, un aereo pronto per la partenza. Lo spettatore trova quindi parecchi rimandi.

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Origini teatrali

La storia infatti era stata concepita da Woody Allen per l’ambiente teatrale ed è stata poi trasposta da un altro regista, sempre però con la sceneggiatura di Allen. Il teatro (precisamente il Broadway Theatre) è anche il luogo in cui Woody incontra per la prima volta la bravissima Diane Keaton, che qui interpreta Linda; tra uno spettacolo e l’altro si innamorano e incominciano una relazione, che poi termina al fine del ciclo di repliche dell’opera teatrale.

Ironia

Ammetto che debba piacere lo stile, ma personalmente apprezzo tantissimo la comicità sottile e sarcastica di Allen; la trovo stimolante e sempre ricca di riferimenti ad altri film, situazioni politiche o sociali, alla vita personale dello stesso regista, che inserisce qua e là parti di sé. I suoi personaggi sempre stramboidi, sopra le righe e decisamente impacciati fanno sorridere e permettono al regista di far uscire dalla loro bocca frasi assurde e divertenti ma con un fondo di realismo sempre celato. Non potrete restare indifferenti alla personalità di Sam e tiferete per lui.

Tematiche affrontate

Vengono affrontati temi esistenziali come le problematiche relazionali tra esseri umani, la difficoltà di trovare l’amore vero in una società vorticosa che non si sofferma mai ad apprezzare la vita (dagli anni 70 ad oggi le cose non sono poi cambiate così tanto, sotto questo punto di vista), lo sforzo personale da compiere per non farsi oscurare dal modello a cui si aspira. A proposito di quest’ultimo punto, l’uomo in generale e il protagonista del film non credono possibile di essere apprezzati dal prossimo così come sono nelle loro imperfezioni. Tentano perciò di assomigliare ad una star del cinema impeccabile che sa sempre cosa fare e come comportarsi, ma quella non è la vita vera; è questo che bisogna comprendere.

Altri spunti di riflessione li troviamo su argomenti quali le crisi di coppia, la non accettazione interiore, le nevrosi e il ruolo degli psicologi, l’ipocondria nei confronti di qualsiasi cosa, della vita.

Spiegazione del titolo

Il titolo del film è una battuta detta da Bogart a Sam all’interno del film; in realtà questa frase non è mai stata pronunciata nell’originale ” Casablanca”. In inglese è “Play it again, Sam” e già ci permette di capire meglio il collegamento all’altra pellicola. Infatti Ilsa / Ingrid Bergman chiede al pianista di nome Sam di suonare ancora una volta la melodia a lei tanto cara, che sarebbe poi uno dei brani che compongono la colonna sonora del film; si chiama “As time goes by”.

Finale

Oltre alla fine della storia, lo spettatore vede un’affermazione del lavoro di Allen, che attraverso le parole di Sam afferma che in fondo, nonostante i grandi classici del cinema siano inarrivabili e difficili da eguagliare, nemmeno lui con la sua carriera è andato tanto male. Ha avuto riconoscimenti importanti allo stesso modo: Sam perché finalmente ha capito cosa cercare da una donna e che essere se stessi paga sempre; Allen ha ora chiaro che la pura imitazione dei film del passato non è produttiva per nessuno e nemmeno molto utile, quindi è bene intraprendere una propria strada, lasciandosi ispirare dai grandi ma cercando di creare nei limiti del possibile qualcosa di altrettanto interessante che possa catturare il pubblico.

“Sono abbastanza basso e brutto per avere successo per conto mio.”  -Sam

 

 

Qualcuno di voi ha visto questa pellicola, seppure un po’ vecchiotta? Io dico che ne vale veramente la pena, se siete amanti di Allen o se comunque vi interesserebbe scoprirlo meglio.

A presto,

Bea

5 pensieri su “Il Woody del venerdì #1

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